Bassa autostima? Molto probabilmente hai avuto un genitore di questo tipo, secondo la psicologia

Un rapporto di questo tipo con un genitore può portare a sviluppare determinate dinamiche da adulti.

Il rapporto con i genitori (e con il nucleo familiare in generale) influenza, inevitabilmente, la nostra crescita e il nostro sviluppo; per quanto stia a noi determinarci, crescendo, come persone, è inevitabile che la prima forma di “società umana” con la quale veniamo a contatto è formata dal nostro nucleo familiare, e che il rapporto con i genitori è sempre centrale nella vita di ognuno.

donna triste sul letto
Bassa autostima? Molto probabilmente hai avuto un genitore di questo tipo, secondo la psicologia – triploguaio.it

Per quanto possano volerci bene, capita spesso che i comportamenti (anche involontari) dei nostri genitori arrivino a lasciare dei segni sulla nostra psiche, determinando infatti piccoli o grandi traumi che ci portiamo avanti anche da adulti.

La manifestazione di bassa autostima, un fenomeno purtroppo molto comune fra le nuove generazioni e anche fra i giovani adulti, può essere proprio il frutto del rapporto con un genitore di questo tipo; cosa dice la psicologia a riguardo.

Bassa autostima e rapporti familiari: la spiegazione della psicologia

In un recente articolo sul suo sito, Psicoadvisor ha analizzato le conseguenze più comuni che si possono avere, dalla prospettiva della psicologia, crescendo con un padre (o una madre) narcisista. In primis, per un padre narcisista, il figlio diventa un’estensione del proprio ego, da esibire o da criticare: questo porta il bambino a sviluppare l’idea di un amore condizionato a qualcosa che si fa.

genitore e figlia mano nella mano
Bassa autostima e rapporti familiari: la spiegazione della psicologia – triploguaio.it

Il bambino viene abituato a compiacere e ad assecondare i bisogni degli altri, plasmando il sistema nervoso su un assetto iperattento che porta il bambino ad interpretare, con uno stato di costante vigilanza, ogni segnale del padre per capire se sono di approvazione o disapprovazione.

Con un riconoscimento paterno instabile, i figli crescono con la paura di sbagliare, perché significherebbe non essere più amabili. Non è raro che, dunque, i figli crescono iper-performanti, perfezionisti e costantemente alla ricerca della perfezione, con conseguente non positive sulla vita di tutti i giorni; c’è poi chi invece cresce rinunciando in partenza, con la parola di sbagliare e di non essere abbastanza.

Crescendo con una figura del genere, il bambino può anche sviluppare rabbia repressa, un sentimento che non può far a meno di provare ma di cui si sente pienamente colpevole; dato che la mente infantile è incapace di tollerare l’idea di una figura di riferimento “cattiva”, si finisce per indirizzare la rabbia verso sé stessi, portando ad un senso di inadeguatezza e dinamiche interiori di auto-svalutazione e auto-punizione.

Uno schema costruito da bambini che si ripete anche da adulti in altre circostanze: nelle relazioni, si tende quindi a scegliere partner svalutanti, nel tentativo inconscio di riproporre rapporti familiari già visti e questa volta, finalmente, riavere quell’amore negato.

 

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