Alcune persone che consideriamo care hanno la brutta abitudine di sparire nel momento del bisogno. Ma perché lo fanno? Parola agli esperti.
Che sia un amico, un familiare o persino il proprio partner, è inutile negare che un rapporto profondo è molto più di una semplice conoscenza. Proprio per questo ha un impatto forte nella nostra vita. La rete di persone con cui condividiamo gioie e dolori è infatti ciò a cui diamo più peso e, di conseguenza, su cui riponiamo più aspettative.

Ma cosa accade quando quelle aspettative non vengono soddisfatte e l’atteggiamento di qualcuno non è quello che avremmo adottato noi? Le certezze si sgretolano e, con esse, viene messo in dubbio l’intero rapporto affettivo. In quel momento non riusciamo a vedere motivazioni o spiegazioni ragionevoli: se stiamo vivendo un periodo grigio, anche il resto appare dello stesso colore.
Eppure, nel momento di lucidità, le situazioni andrebbero valutate davvero. Tra le prime domande da porsi c’è: “perché quell’amico si è allontanato quando avrei voluto solo vicinanza?”. E ancora: “ho sbagliato io nel modo di pormi o sono davanti a un rapporto unilaterale e opportunista?”. Prima di arrivare a conclusioni affrettate, però, bisogna considerare tutte le possibili cause, leggere se stessi e comprendere meglio ciò che accade. A darci gli strumenti per farlo è proprio la psicologia.
Perché certe persone spariscono nel momento del bisogno
Non servono UFO o misteri irrisolti: a volte basta un amico o un familiare che sparisce proprio quando ti serve. La scena è fin troppo comune e lascia sempre la stessa domanda: perché succede? La psicologia spiega che dietro non c’è per forza cattiveria, ma spesso un meccanismo di evitamento.

Quando la pressione emotiva diventa troppa, alcuni scelgono la via più semplice: allontanarsi. Non è elegante, ma è il modo in cui si difendono dal peso della situazione. Secondo la teoria dell’attaccamento, non tutti viviamo i legami allo stesso modo. Chi sviluppa uno stile evitante tende a chiudersi e fuggire quando le cose si fanno intense, mentre chi vive un attaccamento ansioso percepisce ogni distanza come un rifiuto. È l’incastro perfetto per il disastro: uno si ritira per proteggersi, l’altro soffre perché lo legge come abbandono.
Oggi chiamiamo tutto questo ghosting. In pratica, sparire senza spiegazioni, evitare il confronto, chiudere col silenzio. Un comportamento che nasce dalla paura del conflitto e dalla bassa tolleranza al disagio emotivo. Per chi lo subisce, però, l’impatto è forte: senso di rifiuto, fiducia in frantumi, difficoltà a credere ancora negli altri.
La psicologia invita a leggere queste sparizioni come incapacità emotiva, non come scelta crudele. Ma attenzione: non tutte le assenze nascono da fragilità interiori. A volte dietro c’è anche opportunismo o falsità, e allora è giusto interrogarsi sul valore reale di quel legame. Non significa diffidare di tutti, ma neppure concedere alibi a chi, sistematicamente, sceglie di esserci solo quando gli conviene.
Ricordiamoci che, se qualcuno non è capace di esserci, non è un problema del nostro valore. È, piuttosto, un limite del loro.